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Cod Art 408 | Rev 00 | Data 23 Apr 2011 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

UNA TASSA PER ANDARE IN SPIAGGIA

Da qualche giorno circolano voci su una presunta mini-tassa per ottenere l’accesso agli stabilimenti balneari. Dopo la tassa di soggiorno ecco la tassa sul diritto di accesso a un bene pubblico, quale il mare e il suo litorale. Certo non tranquillizzano le dichiarazioni dei proprietari degli stabilimenti balneari che affermano che prenderanno in carico loro tale tassa, perché la storia e la cronaca dimostrano che alla fine tutto si scarica sull’anello più debole della catena: il consumatore.

UN RIASSUNTO

Andare al mare quest’anno costerà 1 euro in più. Per lo meno è quanto dovranno sborsare quasi certamente i turisti non residenti che sceglieranno il litorale romano e quello veneto come luogo di villeggiatura e relax. Le due città infatti stanno studiando il pagamento di un contributo di soggiorno per i non residenti che accedono agli stabilimenti balneari. Un euro in più che andrebbe ad aggiungersi alle tariffe previste (per affittare ombrellone e lettino e usufruire di docce, spogliatoio, bar) che, come se non bastasse, secondo l’Adoc potrebbero subire quest’anno ritocchi al rialzo fino al 20%.

UNA FOLLIA
La tassa balneare, che dovrebbe entrare in vigore dal primo maggio a Ostia e nei prossimi giorni in Veneto, ha scatenato accese polemiche fra i sostenitori che difendono la scelta in nome del miglioramento dei servizi e i contrari che parlano di ennesimo dazio che peserà sulle tasche dei consumatori. Se Assobalneari (Confindustria) che raggruppa i grandi stabilimenti ha difeso l’iniziativa ritenendo la misura un modo "per far parte di un sistema turistico capace di decollare", di parere opposto è il Sindacato italiano balneari del Lazio. "Francamente ci sembra una follia perché anche 1 euro soltanto significa un incremento dal 10 al 30% sulle tariffe base visto che nel litorale romano il prezzo minimo per usufruire di spogliatoio e docce va in media da 3 a 5 euro", spiega il presidente Fabrizio Fumagalli. "Cifra che crescerebbe proporzionalmente per una famiglia numerosa che si troverebbe così a sborsare 4 - 5 euro in più al giorno", aggiunge Riccardo Borgo, presidente nazionale del Sib. E poi, puntualizza Fumagalli "gli introiti legati strettamente agli stabilimenti ammonterebbero soltanto a 50mila euro circa, veramente pochi per pensare di sostenere il nostro settore". Compatte per il no alla tassa le associazioni dei consumatori. A cominciare da Federconsumatori: “Non è con idee di questo tipo che si rilancia il comparto per competere con altri paesi europei o mete extraeuropee più vantaggiose sul piano economico per gli stranieri", spiega il vicepresidente, Mauro Zanini. Dello stesso avviso l’Adiconsum che fa sapere di lavorare con Assobalneari a un protocollo d’intesa per creare un osservatorio comune sulle tariffe degli stabilimenti e introdurre al contempo lo strumento della conciliazione così come avviene in altre settori.

CHI SIETE? DA DOVE VENITE? DOVE ANDATE?
Se nel litorale romano la proposta non è piaciuta in toto, a Venezia sembra soffiare un vento diverso. La Federconsorzi sta pensando di introdurre una card magnetica per far pagare ai non residenti l’obolo vacanziero. I primi a muoversi potrebbero essere gli stabilimenti di Jesolo, Caorle e Sot - tomarina dove la stagione è ormai alle porte. A far discutere tuttavia non è solo l’aspetto economico, ma anche quello tecnico. L’unico modo per distinguere fra residenti e non residenti, cioè anche chi vive nei comuni limitrofi, sarebbe controllare a uno a uno i documenti di chi entra negli stabilimenti. Uno scenario da frontiera di Shenghen che sembra poco sostenibile: "Oltre che assurda, la proposta è impraticabile, visto che non siamo titolati né tenuti a chiedere la carta d’identità", nota Fumagalli. Secondo gli addetti ai lavori però tutto sembra essere ancora in divenire e nei prossimi giorni la vicenda potrebbe prendere un’altra piega. "La sola ipotesi concreta - chiosa il presidente del Sib Lazio - è che la nostra categoria paghi, al posto della tassa diretta, una cifra forfetaria. Che però, è bene dirlo, verrebbe comunque scaricata sulle spalle dei clienti”.

Dove è stata intodotta la tassa di soggiorno?
A Roma, Venezia, Forenze, val di Susa. Dal 1° gennaio 2010 anche a Capri e Anacapri. Presso gli stabilimenti del comune di Roma (Ostia) e a Caorle, Jesolo e Sottomarina la tassa è di 1 euro per i non residenti. Mentre presso altre strutture ricettive la tassa va da 50 centsimi a 5 euro

Da: Il Salvagente 21-28 aprile 2011.